Lo stato di solitudine

Il mondo non è mai stato così connesso, eppure ci troviamo di fronte a una contraddizione: perché più il mondo è connesso e più le persone si sentono sole, con un grande bisogno di essere validate da altri attraverso varie forme. La forma più comune di necessità di essere validati è la presenza sulle reti sociali e il bisogno di essere sempre aggiornati. La solitudine per noi non è un concetto nuovo, eppure più ci siamo connessi e più ci siamo estraniati da questa sensazione.

Partiamo prima dal differenziare questo concetto, sentirsi soli non è la stessa cosa dello stato di solitudine. Infatti, ci concentreremo prima sul capire il perché in un mondo così connesso l’uomo può sentirsi solo, per poi spiegare perché c’è bisogno dello stato di solitudine e del perché questo porta l’essere umano più vicino a sé stesso

Purtroppo, sentirsi soli in questo periodo della storia è sempre più spesso un problema attribuito alla gioventù, gruppi di persone che non riescono a stare sconnesse, infatti troviamo sempre più persone dipendenti da internet e più precisamente dalle reti social. In questi ambienti le persone si connettono tra di loro da ogni angolo del mondo, formando rapporti e relazioni superficiali. Sempre in questi ambienti si ottiene l’approvazione di molti tramite like o commenti ai propri stati e alle proprie storie.

Pertanto, da queste reti social, impariamo a richiedere l’approvazione degli altri per le nostre scelte di vita, trascurando i passaggi intermedi che sono quelli fondamentali. Questi passaggi intermedi sono quelle cose che ti fanno capire se l’opinione di una persona è valida o meno, se l’approvazione di qualcuno conta o meno

Se posti una foto attendi subito la reazione dei tuoi “amici” per convalidarla, e se non ottieni il risultato aspettato, la tua autostima comincia a calare.

Entriamo più in profondità per capire questo concetto con un altro esempio.

Prendiamo in considerazione le tue opinioni, che spesso e volentieri cambiano in base ai trend del momento, questo fa capire quanto questo mondo sia potente e come una volta disconnesso da esso, un individuo si trova privo di sostanza o con opinioni dettate da altri.

Prendiamo in considerazione le tue opinioni, che spesso e volentieri cambiano in base ai trend del momento, questo fa capire quanto questo mondo sia potente e come una volta disconnesso da esso, un individuo si trova privo di sostanza o con opinioni dettate da altri.

Ma, perché ci sentiamo soli se siamo così connessi?

Prima di rispondere, caro lettore, ti pongo io una domanda.

Un individuo si sente solo quando non ha con chi andare a bere un caffè o quando si rende conto che tutti i rapporti che ha tessuto sono superficiali e indifferenti?

Vedete, l’uomo conosce benissimo il concetto di solitudine ed è capace di convivere se è in pace e armonia con sé stesso. Infatti, lo stato di solitudine non vuol dire semplicemente stare da soli, o estraniarsi dal mondo, bensì ha un significato più profondo e più spirituale. Le persone scelgono di stare in solitudine per moltissime ragioni, come ad esempio per trovare la pace, oppure imparare a conoscersi meglio. Andare a bere da soli un caffè non vuol dire sentirsi solo, bensì vuol dire passare del tempo di qualità con sé stesso ed è in questi momenti che impari ad osservare di più il mondo e cogliere le sue peculiarità.

Ti senti solo quando sei in un gruppo di persone magari ad una cena o in un bar e tutti sono distratti con il proprio cellulare, ignorando quella che è l’attività di gruppo, evitando la comunicazione.

Capiamo attraverso questo semplice esempio che stare in uno stato di solitudine, se sfruttato nel modo giusto, può portare benessere e serenità, ma allo stesso tempo capiamo che sentirsi soli può portarci molti svantaggi per la nostra persona.

Di seguito, infatti approfondiremo in modo da renderci coscienti, quali sono i traumi che la solitudine può portare nelle nostre vite.

L’essere umano ha un costante bisogno di appartenere, di sentirsi in qualche modo rilevante; per questo ha sempre bisogno di un sistema di riferimento che si trova tramite influenze esterne. Cerchiamo infatti questo sistema quotidianamente nella società, ci accorgiamo che se il lavoro ci piace e veniamo riconosciuti, andiamo volentieri, ma se succede il contrario vogliamo cambiare posto di lavoro.

Questo succede dappertutto e se le reazioni o le risposte non sono quelle aspettate, ci demoralizziamo, tendiamo a sentirci meno importanti e ci sforziamo ancora di più per appartenere. In questi momenti di ricerca dell’appartenenza l’uomo si sente più solo che mai, cade in uno stato di tristezza, depressione e spesso anche disadattamento. L’efficienza diminuisce, come anche l’attenzione e la voglia di fare

In famiglia la solitudine inizia a manifestarsi naturalmente quando inizia a mancare l’affetto, la comprensione, oppure quando non c’è una condivisione dei sentimenti; si inizia a definire l’importanza diseguale dei vari membri della famiglia.
    L’uomo può sentirsi solo quando la sua importanza come leader e maschio viene ignorata o non nutrita.
    La donna può sentirsi sola quando le sue qualità femminili, l’armonia e l’atmosfera in casa non le vengono riconosciute.
    I bambini possono sentirsi soli quando non ricevono affetto, importanza, comunicazione e ľ interesse per le proprie passioni

Troviamo così una famiglia costituita da persone sole, infelici e sempre alla ricerca di nuovi punti di riferimento all’esterno. Questo prototipo di famiglia ha tutte le possibilità che in futuro non esisterà più come identità: i genitori non riceveranno più notizie dai propri figli, l’uomo affonderà in vari vizi o troverà un altro posto dove trascorrere il suo tempo e di conseguenza la donna si farà una facile preda per i cacciatori, cercherà altrove repulsione sentimentale e desidererà stabilire altrove un nuovo nido.

Pertanto, caro lettore penserai che la solitudine faccia male.
Dipende invece da molti fattori.
La solitudine fa male se si entra in questo stato d’animo dopo un trauma, il sistema di riferimento crolla e l’individuo non ha più nessun sostegno. Bisogna anche dire che se si entra in questo stato con la mente torbida, ci possono essere conseguenze anche a livello fisico con problematiche a molti organi, come il fegato, lo stomaco, i reni ed il cuore stesso.

Se questo stato d’animo viene poi mantenuto per un periodo prolungato, può portare a depressione, ansia, mancanza di fiducia in sé stessi, sonnolenza, gastrite e molte altre patologie.

Allo stesso tempo se si entra nello stato di solitudine coscienti e calmi, la mente inizierà a riscoprire il nostro io interiore, sfruttando in questo modo i momenti dove siamo da soli per ritrovarci.

Come già detto in precedenza, le persone hanno bisogno di appartenere a qualcuno o a qualcosa, sentono il bisogno di sentirsi importanti, di fare cose per cui ricevere ľ approvazione o l’apprezzamento, ricevere affetto, creare o distruggere. A questo esempio si attinge perfettamente la regola della causa e dell’effetto.

La causa è ciò che ci spinge a fare una determinata azione, mentre l’effetto è la risposta che riceviamo; se però queste risposte tendono a svanire, ad essere date per scontate, iniziamo a sentirci inutili e sempre più soli. Ed è in questi momenti che iniziamo piano piano a morire a livello spirituale, non cercando più la motivazione e le ragioni per spingerci oltre.

La solitudine può crearci un disagio molto profondo che può indebolirci o rafforzarci.

Chi riesce a sopportare il disagio può imparare molte cose su sé stesso raggiungendo un livello superiore di conoscenza.  La solitudine ci aiuta ad accedere alla nostra vasta libreria di conoscenza interiore in cui risiedono tutte le esperienze vissute in questa vita, così come anche nelle vite precedenti. Così può essere possibile raggiungere l’illuminazione o la salvezza.

Chi non lo sopporta, cercherà disperatamente al di fuori di sé, esternamente un appoggio che gli dia una stabilità illusoria. Questa “stabilità” non è altro che un’esperienza condensata dal subconscio e portata in superficie come modello o meccanismo di funzionamento, ma proprio questo modello ha portato l’uomo in uno stato di solitudine ed ecco come viviamo sempre la stessa esperienza senza accorgercene, gridando all’aria che siamo sfortunati o che tutti i guai sono sulle nostre teste.

La solitudine allo stesso tempo può essere un passo più alto nel nostro sviluppo come individui, può essere un trampolino di lancio verso la conoscenza e la salvezza, può essere il nostro volo verso un ampliamento della coscienza, può essere l’abbandono dell’ego e l’acquisizione del sé.

Pertanto caro lettore ti invito a riflettere su quanto detto e a sfruttare questo stato in modo da poter raggiungere le più alte cime dell’auto conoscenza.

 

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